RD 350 YPVS |
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Scritto da Administrator | ||||||
Mercoledì 02 Dicembre 2009 13:41 | ||||||
Yamaha Power Valve System
L'introduzione del YPVS
Per due anni la moto rimane sostanzialmente uguale, fino a quando nel 1983 subisce innovative modifiche al motore ed al telaio. Partendo dal motore, bisogna subito notare l'adozione della valvola parzializzatrice allo scarico (YPVS) con comando elettronico; una vera raffinatezza ed innovazione per un modello stradale, specialmente se pensiamo che l'YPVS veniva adottata solo due anni prima sulle TZ 250 da G.P. e per giunta con comando meccanico. Si riconferma in questa maniera l'indole corsaiola dell' RD, basti sapere inoltre che i cilindri della versione da corsa della 350 potevano tranquillamente essere montati sulla versione stradale.
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In pratica l'adozione della valvola allo scarico rende il motore più trattabile ai medi e bassi regimi, infatti, mentre la potenza arriva a 59Cv a 9000g/m, la coppia sale a 4.8 Kgm ad 8500g/m (un buon 17% in più rispetto al modello senza YPVS). Le valvole parzializzatrici sono montate sullo stesso albero e sono mosse da un servomotore gestito da un microprocessore. Il microprocessore riceve le informazioni sul numero di giri dalla centralina CDI dell'accensione e contemporaneamente riceve le informazioni sul grado di apertura delle valvole grazie ad un potenziometro posto sul servomotore.
L'unità di controllo paragona i due segnali e fa spostare la valvola di tanti gradi quanti sono previsti nella memoria per il dato numero di giri.
Al chiudersi del contatto di accensione con la chiave, la valvola esegue una rotazione completa, per controllare il corretto movimento di tutti i meccanismi correlati alla YPVS.
Il motore RD350 YPVS
L'accensione ha una mappatura totalmente differente dai vecchi modelli, è costante sino a 2000g/m (anticipo di 17°), aumenta costantemente fino a 3500g/m (anticipo di 27°), per poi riscendere di nuovo a 9000g/m (anticipo di 17°).Il rapporto di compressione è di 6:1 (con capacità di camera di combustione paria a 21.3cc.).
Ciclisticamente, le differenze sono moltissime a partire dalla forcella che ora è da 35mm., ma anche se mantiene la stessa escursione, il funzionamento migliora sensibilmente ad opera di una componente pneumatica.La molla rimane la stessa, ma mentre nel vecchio modello aveva una rigidezza variabile da 4.46N/mm. a 6.87N/mm (rispettivamente per escursioni tra 0mm. e 90mm. e tra 90mm. e 140mm.), ora ha una rigidezza costante di 3.33N/mm., data dall'aria contenuta negli steli e regolabile nella pressione tramite una valvola posta sulla sommità dello stelo stesso ad una pressione che varia da 0.4Kg/cmq e 1.2Kg/cmq. diminuendo di 10mm., data dal fatto che ora la progressività è migliorata grazie ad un sistema di tipo "Nuovo Monocross", che si compone di un forcellone e due doppie bielle, sull'articolazione delle quali è posto l'attacco inferiore dell'ammortizzatore che compie una traiettoria circolare. Se da una parte abbiamo una progressività pneumatica a variazione costante , dall'altra ,invece, troviamo uno smorzamento del molleggio con variazione a gradini. A riguardo della forcella abbiamo che rimane invariata la sua estensione massima di 140mm.. Varia invece l'escursione della sospensione posteriore che passa a 100mm
Il precarico della molla ora può essere variato ad opera di un meccanismo composto da una cinghietta dentata, la cui prima puleggia è situata sull'asse dell'ammortizzatore, la seconda posta sulla fiancata della moto, viene mossa con una particolare levetta. Il telaio risulta, logicamente, cambiato dato la differente architettura del sistema ammortizzante posteriore. Vengono inoltre le misure caratteristiche: l'interasse diventa 1385mm, l'avancorsa diminuisce a 96mm e l'inclinazione dell'asse di sterzo passa a 26°. Il peso ora passa a 164Kg. (ma solo perché le nuove norme impongono di pesare il mezzo con il serbatoio dell'olio per intero e mezzo serbatoio di benzina). Nel 1985 al fianco della RD350 LC II (alias 31K) con cupolino e puntale, vengono inserite in listino anche la RD 350 LCF (alias 57V) caratterizzata dalla carena integrale. Quest'ultima presentava inoltre aggiornamenti a ivello di strumentazione (piu' moderna), forcella (allungata, ma sempre con uina componente pressurizzata), freni (pinze fisse a due pistonicini contrapposti),
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Ultimo aggiornamento Domenica 10 Gennaio 2010 15:35 |